About MATERA

« Chiunque veda Matera non può non restarne colpito, tanto è espressiva e toccante la sua dolente bellezza. »

(Carlo Levi)

Matera è nota con gli appellativi "Città dei Sassi" e "Città Sotterranea", proprio per la peculiarità e l'unicità del suo centro storico. Scavati e costruiti a ridosso della Gravina di Matera, una profonda gola che divide il territorio in due, i Sassi di Matera, rioni che costituiscono la parte antica della città, si distendono in due vallette, che guardano ad est, leggermente sottoposte rispetto ai territori circostanti, separate tra loro dallo sperone roccioso della Civita. Questa posizione invidiabile, ha reso di fatto la città invisibile agli occhi dei suoi nemici per millenni, permettendole di passare pressoché indenne attraverso secoli di storia. I Sassi sono stati riconosciuti nel 1993 Patrimonio dell'umanità dall'UNESCO, primo sito dell'Italia meridionale a ricevere tale riconoscimento. 

Inoltre, candidata nel 2008, Matera è stata designata il 17 ottobre 2014 come Capitale Europea della Cultura 2019. Eanche in questo caso, è la prima città dell'Italia meridionale a ricevere tale nomina, ottenuta dopo essere entrata in una shortlist che comprendeva le canditature di altre 5 città italiane (Cagliari, Lecce, Perugia, Ravenna e Siena).

 

Il Sasso Barisano, girato a nord-ovest sull'orlo della rupe, se si prende come riferimento la Civita, fulcro della città vecchia, è il più ricco di portali scolpiti e fregi che ne nascondono il cuore sotterraneo. Il Sasso Caveoso, che guarda invece a sud, è disposto come un anfiteatro romano, con le case-grotte che scendono a gradoni, e prende forse il nome dalle cave e dai teatri classici. Al centro la Civita, sperone roccioso che separa i due Sassi, sulla cui sommità si trovano la Cattedrale ed i palazzi nobiliari. Insieme formano l'antico nucleo urbano di Matera, dichiarato dall'UNESCO paesaggio culturale.

I Sassi di Matera sono un insediamento urbano derivante dalle varie forme di civilizzazione ed antropizzazione succedutesi nel tempo. Da quelle preistoriche dei villaggi trincerati del periodo neolitico, all'habitat della civiltà rupestre di matrice orientale (IX-XI secolo), che costituisce il sostrato urbanistico dei Sassi, con i suoi camminamenti, canalizzazioni, cisterne; dalla civitas di matrice occidentale normanno-sveva (XI-XIII secolo), con le sue fortificazioni, alle successive espansioni rinascimentali (XV-XVI secolo) e sistemazioni urbane barocche (XVII-XVIII secolo); ed infine dal degrado igienico-sociale del XIX e della prima metà del XX secolo allo sfollamento disposto con legge nazionale negli anni cinquanta, fino all'attuale recupero iniziato a partire dalla legge del 1986.

 
Interno con cisterna

La scelta di questo sito, sebbene abbia garantito una estrema sicurezza all'abitato, ha comportato ai suoi abitanti enormi difficoltà nell'approvvigionamento delle acque. Di fatto i Sassi si trovano su di un enorme banco calcarenitico a circa 150 metri dal livello del torrente, mentre le colline d'argilla che li circondano ad ovest risultano essere troppo lontane, per una città che costruita nell'ottica dell'assedio, doveva garantirsi l'autonomia al suo interno.

Sin dai primi giorni, quindi, i suoi abitanti concentrarono le loro energie non tanto sulla costruzione delle case, quanto sullo scavo di cisterne e palombari e dei relativi sistemi di canalizzazione delle acque.

Vista in quest'ottica Matera risulta essere uno dei più antichi e meglio conservati esempi di bio-architettura al mondo. Una breve analisi dei sistemi insediativi costruiti intorno all'acqua, ci mostra come di fatto tutte le civiltà e le tradizioni costruttive più antiche del mondo, abbiano numerosi punti in comune, sebbene secoli e chilometri le vedano come elementi distinti.

Ad un occhio attento, strutture apparentemente semplici e rudimentali si rivelano come dei prodigi di efficienza tecnica. Le umili tecniche arcaiche, dimenticate dagli stessi abitanti, acquistano un fascino ed un valore un tempo inimmaginabile. I trogloditi che scavano canali e cisterne, costruiscono giardini pensili, ed attorno agli spazi collettivi, oggi chiamati vicinati condividono le proprie risorse, appaiono d'un tratto degli esseri geniali. Tutto questo è ancora presente e vivo, sotto i nostri occhi in una città, Matera, che ha del magico.

 

La festa patronale della Madonna della Bruna si celebra il 2 luglio sin dal lontano 1389, e va ricordata per la tradizione della distruzione di un carro trionfale di cartapesta che ogni anno viene ricostruito. Le fasi principali della festa sono: 

  • la processione dei pastori, che si svolge all'alba con il quadro della Madonna portato in processione per le vie della città;
  • la sfilata dei cavalieri, in tarda mattinata,  in cui i cavalieri della Bruna insieme al clero scortano la statua della Madonna dalla Cattedrale alla Parrocchia dell'Annunziata di Piccianello;
  • la solenne processione di Maria S.S. della Bruna sul carro, in cui la statua della Madonna viene nuovamente accompagnata in Cattedrale sul carro trionfale;
  • ed infine la distruzione del carro, in tarda serata, quando il carro trionfale, dopo aver fatto scendere la statua della Madonna, ritorna nella piazza centrale della città e viene assaltato e distrutto dalla popolazione. La festa patronale termina in tarda nottata con i fuochi pirotecnici effettuati sulla Murgia che illuminano i Sassi di Matera, rendendoli più suggestivi.